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OTTICA PRATICA
IL TELESCOPIO CASSEGRAIN
Il telescopio Cassegrain :
Consiste in uno specchio primario concavo, un piccolo specchio secondario convesso ( dentro il fuoco del primario) il quale ridirige il fascio oltre il primario. Tutti i Cassegrain soffrono di perdita di luce dovuta all’ostruzione dello specchio secondario sul primario. Essa causa inoltre un po’ di perdita di contrasto e incisività dell'immagine per effetto della diffrazione.
Un Cassegrain ideale dovrebbe soddisfare contemporaneamente le seguenti quattro condizioni:
1. Tubo corto 2. Piccolo specchio secondario 3. Superficie focale piana 4. Superficie focale accessibile (ossia dietro il primario)
Ma soddisfare le quattro condizioni ssieme, non è possibile. Vediamo di capire il perchè: La curvatura di campo è espressa dalla seguente relazione: dove Rf=raggio di curvatura del campo r1 e r2 = raggi del primario e del secondario
Per una data lunghezza focale la curvatura di campo aumenta se: 1) Se il diametro del secondario cala 2) Se la separazione tra i due specchi cala Se si desidera una bassa ostruzione sarà necessario uno spianatore
Esistono differenti combinazioni di ottiche nei Cassegrain. Sono tutte libere da aberrazione sferica nella zona parassiale ma la incisività delle immagini sposta- -ndoci dal centro alla periferia del piano focale varia in funzione della combina- -zione ottica
Il Cassegrain Classico E’ una modifica del Newton in cui subentra la necessità di configurare la convessità dello specchio secondario Il Dall-Kirkham Per motivi di semplicità costruttiva qualcuno potrebbe preferire lo specchio secondario sferico poiché molto più facile da realizzare (soprattutto industrialmente). Quest'ultimo però è causa poi di un coma molto maggiore che nel Cassegrain Classico Il Pressman-Camichel Tale configurazione offre la grossa attrattiva di uno specchio primario sferico che però comporta la necessità di avere una forte profilatura ellittica del secondario. Ne deriva che l’intero sistema soffre di un forte coma Il Ritchey-Chrétien I profili di entrambi gli specchi risultano accuratamente studiati affinchè il loro sinergismo elimini il coma. Ne consegue che l'ottenimento dei due specchi è senza dubbio più complicato che per le versioni precedenti
Il Rithcey.Chretien è senza dubbio il migliore per uso fotografico poiché dà origine a stelle circolari. Però tale strumento mostra un allarga- -mento considerevole delle macchie spostandoci di 20mm verso la periferia del campo focale come risultato di un leggero astigmatismo. Tale schema ha una forte curvatura di campo
Il Cassegrain classico pro- -duce un diagramma spot uguale a quello di un newto- -niano con lo stesso rapporto focale ma la curvatura di campo per il Cassegrain è maggiore
Sia il Dall-Kirkham che il Pressmann-Camichel sono inutilizzabili per fotografie a largo campo dato il loro forte coma
Una fastidiosa caratteristica dei Cassegrain e loro derivati è la luce parassita che entra diretta- -mente sul piano focale senza passare attraverso la riflessione. Tale fenomeno causa perdita in contrasto dell'immagine. Per ovviare all’inconveniente sono necessari i cosidetti “baffling”
che aumentano leggermente l’ostruzione e possono introdurre una certa perdita di lumino- -sità in periferia del campo. LA CAMERA SCHMIDT
La camera Schmidt è stata pensata proprio per la fotografia. Offre rapporti focali bassi, elevato contrasto ed elevata apertura di campo. Ha la superficie focale curva E’ caratterizzata da specchio sferico, correzione dell’aberrazione sferica mediante lente frontale e leggero diaframma sulla pupilla di ingresso. Limitando in tal modo la pupilla di entrata si va a migliorare sensibilmente il principio di simmetria dei raggi entranti evitando l’insorgere di aberrazione (coma).
IL CORRETTORE
La zona dove il correttore è più sottile è detta zona neutrale perché i raggi che lì ci passano rimangono pressoché inalterati (ossia senza deviazione). AI fine di portare a convergenza in un unico punto F tutti i raggi, la zona esterna a quella neutrale avrà potenza negativa (divergente) mentre la zona interna avrà potenza positiva (convergente).
Il correttore è quindi un elemento rifrattivo che dunque introduce aberrazione cromatica (lieve)
La prima figura a lato mostra diverse posizioni possibili per la zona neutrale. Solitamente questa viene posta al 86,6% del semidiametro del correttore, posizione che solitamente permette di ottenere la più bassa aberrazione cromatica rilevabile.
La seconda figura a lato mostra quali siano i dimensionamenti dei profili di compensazione dell’aberrazione sferica al variare del rapporto focale dello specchio sferico primario adottato.
Nelle figure sono mostrate le performance ottiche per uno Schmidt di 200 mm di apertura a f/3, f/2, f/1.5 ed f/1 per i colori Rosso, Blu e Violetto. Tale camera è stata progettata per una migliore correzione nel blu. I rapporti focali f/3 e f/2 danno le migliori immagini su tutta la superficie focale.

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