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  TECNOLOGIE ELETTRONICHE
 
 
 
 
 
  … studiare, studiare ed ancora studiare, 
  è il solo modo di capire quanto possa
  essere grande sia la propria ignoranza!
 
 
  Le resistenze - Parametri Caratteristici
 
 
 
 
 
  Parametri caratteristici dei resistori
       
  Valore nominale  valore ohmico indicato dal costruttore
  Tolleranza   Lo scostamento percentuale della 
                    resistenza dal valore nominale ossia dal 
                    valore che sarebbe dovuto risultare dalla
                     fabbricazione.
  Stabilità
    variazione percentuale del valore ohmico 
                 della resistenza dovuta ad un certo periodo 
                 di lavoro in specificate condizioni di impiego.
  Coefficiente di 
  temperatura
  Il coefficiente di temperatura e' definito
                      dalla relazione:
                      
 
 
 
  In accordo alla soprastante relazione il coefficiente di temperatura si misura in           
  e rappresenta la variazione di resistenza per Ohm e per grado.      Vari autori 
  definiscono     con l'espressione.
  che rappresenta la variazione percentuale di resistenza per grado di temperatura.
  In tale caso le variazioni di resistenza dovranno essere calcolate con la relazione :
 
 
 
 
  essendo Rt ed Rt0 i valori di resistenza che corrispondono rispettivamente alle temperature
    t e t0, da cui
 
 
 
  Coefficiente di tensione
  
  II valore della resistenza, a parità di temperatura, non è 
  sempre indipendente dalla d.d.p. applicata al reslstore, ma può
  aumentare o diminuire al crescere di questa a seconda della 
  qualità' del materiale usato.
  Il coefficiente di tensione che tiene conto di tali variazioni e' 
  definito dalla relazione:
 
 
 
 
 
  essendo R1 ed R2 le resistenze che corrispondono alle 
  tensioni V1 e  V2 .
  In accordo alla soprastante relazione , Kv rappresenta la 
  variazione percentuale di resistenza per Volt.
  Da questa relazione si ottiene :
  La misura del coefficiente di tensione deve essere 
  necessariamente  effettuata mantenendo costante la 
  temperatura del componente.
 
 
 
 
  Saldabilità
  La variazione percentuale di resistenza che si verifica in seguito alla 
  saldatura dei terminali per il fissaggio negli apparati.
  Tali variazioni di resistenza si veriflcano per lo più nei componenti ad 
  impasto ed a deposizione di carbone e sono dovute al surriscaldamento .
  Nei resistori in miniatura dove i terminali sono in genere molto corti, se la 
  saldatura non e' fatta con particolarl accorgimenti, le variazioni di resistenza 
  possono raggiungere anche il 20%.
  In genere la saldabilita' viene misurata fissando i terminali ad 1,5 cm  di 
  distanza dal corpo del componente con un saldatore elettrico da 120 Watt 
  alla temperatura di ~300°C, in un tempo di 15 secondi.
  In tali condizioni le variazioni di resistenza non dovrebbero superare lo 0,5% 
  per le resistenze a deposizione di carbone ed 3% per quelle ad impasto.
 
 
  Temp. massima 
  di lavoro
  
  
  I resistori ad impasto possono essere seriamente dannegglati da 
  temperature che superino i 120 °C, soprattutto per cambiamenti 
  nelle strutture dei materiati leganti impiegati nella fabbricazione 
  dell'elemento resistente.
  I tipi a deposizione di carbone possono raggiungere i 150 °C, quelli a
  film metallico i 200 °C ed i resistori a deposizione di ossidi i 300 °C.
  Le temperature citate sono da ritenersi indicative degli ordini di 
  grandezza e sono dovute sia alla potenza dissipata nel resistere, sia al 
  calore proveniente dall'ambiente e dagli altri componenti presenti 
  nell'apparato.
  Per i resistori a filo il limite massimo di temperatura e' generalmente 
  stabilito dal tipo lacca o cemento vetroso che normalmente protegge 
  l'avvolgimento. Le temperature massime raccomandate sono comprese 
  tra i 150 °C ed i 450°C.
 
 
  Potenza nominale
  E' la potenza che un resistere può' dissipare in condìzloni ambientali 
  ben definite (generalmente aria secca a 25°C) senza che sia raggiunta 
  la temperatura massima consentita.
  Tale potenza dipende oltreché' dalla qualità' dei materiali impiegati, 
  soprattutto dalle dimensioni geometriche del componente. Infatti, a 
  parità' di temperatura questo ha possibilità' tanto maggiori di dissipare 
  calore quanto più elevata e' la superficie esterna a contatto con il 
  mezzo refrigerante.
  E' ovvio che se le condizioni ambientali non sono cosi' favorevoli come 
  quelle prima specificate l'effettiva potenza dissipabile e' inferiore alla 
  normale e da questa stimabile tenendo conto della effettiva possibilità' 
  di raffreddamento.
 
 
  Tensione massima di lavoro
  La tensione che farebbe dissipare al resistore la potenza P 
  consentita dalle condizioni ambientali di lavoro, è determinata 
  dalla relazione:
  essendo R la resistenza in ohm.  Se il componente è impiega-
  -to in c.a.  V rappresenta il valore efficace espresso in Volt e 
  P la resistenza media in Watt
  Mentre per le resistenze a carbone di basso e medio valore  
  la tensione V rappresenta in genere anche la tensione mas-
  -sima di lavoro, per le resistenze di valore elevato la d.d.p. 
  così calcolata può  essere tale da far superare ai materiali 
  isolanti il gradiente di potenziale consentito. Cosi' ad esempio, 
  mentre un resistore da 1 Watt - 2 MOhm richiederebbe per 
  dissipare in c.a. la potenza nominale una tensione efficace di 
  1000 Volt, se il componente e' del tipo ad impasto di carbone 
  e di ordinarie dimensioni, dal punto di vista della rigidità' 
  dielettrica la tensione efficace non può' superare i  500 V circa. 
  Si può' quindi concludere che la potenza P= V2/R che tale 
  resistere e' in grado di dissipare e' di 1/4 di Watt, anziché' 
  2 Watt quali consentirebbero i limiti di temperatura ammis-
  -sibili, e le dimensioni fisiche del componente.
 
 
 
  Cifra di rumore
  Tutti i resistori sottoposti ad una tensione continua danno luogo 
  a tensioni alternate di piccola ampiezza e l'insieme di questi disturbi 
  e' chiamato rumore.
  Nei reslstori a filo il fenomeno e' essenzialmente una conseguenza 
  dell'agitazione termica degli elettroni ed e'nominata "Johnson nolse". 
  Le tensioni di rumore dovute all'effetto Johnson sono pratlcamente 
  indipendenti dal materiale usato e possono essere complessivamente 
  valutate con la formula :
 
 
 
 
  essendo:
  il valore efficace medio
  T
  la temperatura del resistore in gradi assoluti
  R
  il valore della resistenza in Ohm
 
 
  La banda di frequenza in cicli per secondo
  interessata dal rumore
 
 
  Nei resistori ad impasto le fonti di rumore si ritengono dovute sia all'effetto Johnson, 
  sia a fluttuazioni della resistenza di contatto tra le diverse particelle di carbone .
  Questa teoria dovuta agli studi di Christensen e Pearson trova conferma 
  sperimentale nel fatto che la cifra di rumore e' tanto più' elevata quanto maggiore e' 
  la resistenza elettrica
  L'entità' del disturbo viene misurata applicando al resistore una tensione continua.
  Per cifra di rumore si intende il rapporto tra la tensione di disturbo media espressa in 
  Volt efficaci e la tensione continua.
  Come indica lo schema nella figura che segue le tensioni alternate di rumore sono 
  prelevate dal componente in prova mediante un accoppiamento capacitivo e vengono 
  misurate tramite un amplificatore di guadagno noto da un volmetro a termocoppia che 
  per sua natura ne determina il valore efficace medio.
  Il rumore proprio dell'amplificatore può' essere preventivamente valutato 
  cortocircuitandone l' ingresso per mezzo dell'interruttore T2,
 
 
 
 
  Per i resistori ad impasto la entità del rumore cresce pressochè linearmente con la 
  tensione continua sino ad una corrente costante dell'ordine del 15% e per correnti di 
  valore superiore la curva di rumore si approssima ad una parabola.
  Sino al limite di 15%  la cifra di rumore si mantiene quindi pressochè costante,.
  Le frequenze di disturbo interessano soprattutto una banda da 200 a 10.000 c/s e la 
  cifra di rumore può' essere complessivamente valutata con ]a relazione :
  essendo R il valore nominale della resistenza espressa in Ohm.
  Come può' constatarsi dalla Tavola seguente per le resislenze a deposizione di 
  carbone l'entità' del rumore e'a parità di condizioni assai minore.
 
 
 
 
  Cifra di rumore Cr (uV/V)
 
 
 
 
  Valore della resistenza 
  KOhm
 
 
  Resistori ad impasto
 
 
  Resistori a deposito di 
  carbone
 
 
  1
 
 
  2
 
 
  0.03
 
 
  10
 
 
  3
 
 
  0.15
 
 
  100
 
 
  4
 
 
  0.35
 
 
  1000
 
 
  5
 
 
  0.5
 
 
  10.000
 
 
  6
 
 
  0.52