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E tirar fuori qualche volta l'intelligenza, come le gambe, per sgranchirla?
MICROPROCESSORI E MICROCONTROLLORI
… studiare, studiare ed ancora studiare, è il solo modo di capire quanto possa essere grande sia la propria ignoranza!
I MICROCONTROLLORI
Il microcontrollore è un sistema a microprocessore completo e integrato su un unico chip. È conosciuto anche come dispositivo SOC (System On Chip) o single chip. Il microcontrollore è la forma più diffusa di microprocessore e si trova embedded in moltissime applicazioni. A differenza del microprocessore, che è adatto per un uso più generale, il microcontrollore, che ha un’autosufficienza funzionale, è idoneo per una specifica applicazione. Si compone delle seguenti parti, come nella sottostante figura.
un datapath costituito da: – ALU; – registri generali; – decoder per le istruzioni; – eventuale controllore di interrupt; una RAM per i dati; una ROM che può essere PROM, EPROM, EEPROM o Flash per il codice; una serie di porte di I/O standard; una USART e/o una UART; eventuali interfacce seriali speciali, che potrebbero essere bus I²C, SPI, CAN, LIN; timer/counter; comparatori; amplificatori operazionali; eventuali ADC e DAC multicanale; eventuale PWM. Il dispositivo non necessita di ulteriore memoria esterna, quindi ha a disposizione un elevato numero di piedini per gli I/O. Ha una capacità di calcolo molto limitata e quindi le sue prestazioni rispetto al micropro- -cessore sono più basse. Normalmente eseguono sempre lo stesso firmware per tutto il loro funzionamento. Vantaggi: – facilità di progettazione e montaggio, non è necessario progettare e montare una motherboard poiché il micro contiene tutto a bordo, anche il circuito che genera il clock; – dimensioni del sistema digitale ridotto; – meno componenti e quindi più affidabilità; – consumi di potenza ridotti; – interferenze elettromagnetiche ridotte; – compito facilitato per l’utente, è sufficiente programmarlo; – può essere riconvertito in un’altra applicazione cambiando semplicemente il programma; – possibilità di rendere intelligente una qualsiasi periferica e di comunicare dati con un elaboratore centrale; – la maggior parte dei microcontrollori ha la possibilità di garantire la protezione dalla lettura. Svantaggi: – potenza di calcolo limitata; – scarsa flessibilità. Nella sottostante tabella, sono riportate le caratteristiche architetturali richieste a un microcontrollore. Dalla tabella emerge che le richieste si traducono in ridotte dimensioni fisiche del sistema digitale e ridotto set di istruzioni. I dispositivi sono utilizzati in tutte le applicazioni di tipo stand alone e in particolare: • elettrodomestici; • telefoni cellulari, calcolatrici, registratori; • tastiere, modem, ecc.; • automobili, in una sola macchina ce ne possono essere anche centinaia; • settore industriale, controllo velocità, assi dei motori, regolatori PID e ON/OFF
Caratteristiche dell’architettura richieste a un microcontrollore
Embebbed Processor
System Requirement
Feature
Benefit
Microcontroller Efficiently Resolve Complex Conditional Control Situations
I/O control
I/O ports with bit-level control
Efficient control of external devices Direct interface to actuators, switches, digital status signals
Peripherical communications
Serial ports: SPI, I2C, microwire, UART, CAN
Hardware support for expansion & external device networking and communications
Precision control of motors and actuators
Sophisticated timers and PWM peripherals
Low software Overhead
Quickly resolve complex software program control flow
Conditional jumps Bit test instructions Interrupt priority control
Efficiently implement control oriented algoritms
Fast response to external events
External interrupts with multiple priority levels
Program control immediately redirected on event occurrence with minimal overhead
Conversion of sensor data
Analog-to-Digital (A/D) converters
Hardware support for external sensors
Da un punto di vista costruttivo il microcontrollore è implementato con una tecnologia HCMOS che consente un basso assorbimento sia statico sia dinamico perché il clock può essere variato da valori molto bassi a valori molto alti. Nei microprocessori invece non è possibile diminuire la frequenza del clock al di sotto di un certo valore. Parametri caratteristici: • architettura; • set di istruzioni; • dispositivi di I/O; • frequenza di clock; • formato del dato; • consumo di potenza.
L’architettura può essere classica di von Neumann ovvero di Harvard. L’architettura di von Neumann è implementata in micro di fascia bassa poiché presenta notevoli svantaggi. L’architettura Harvard, tenendo separati il codice e i dati, consente una diminuzione dei tempi di esecuzione. Può essere realizzata in due modi differenti: nell’architettura scalare i due spazi (di indirizzamento e bus) sono effettivamente separati; nell’architettura moderna superscalare la separazione si ferma a livello della L1 (cache di primo livello), la memoria è poi condivisa;esternamente a livello di L2 (cache di secondo livello) e memoria centrale gli spazi sono condivisi.
I microcontrollori possono essere CISC e RISC. I CISC sono caratterizzati da un codice compatto e da un tempo di esecuzione di tipo deterministico. La frequenza di clock non è molto elevata e il CPI > 1. Un esempio di questo tipo è 8051 della Intel. I RISC hanno prestazioni migliori, infatti hanno un clock più alto e il CPI = 1. L’architettura di tipo pipelined e superscalare comporta un tempo di esecuzione delle istruzioni difficilmente predicibile in quanto dipendente dal branch prediction, dall’ese- -cuzione speculativa e dall’out-of-order. Un micro di questo tipo è l’ARM.

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